Le prime tracce della tenuta risalgono al 1669, nei documenti dell’Abate Coniglio di Castiglione, che la descrive come un mosaico di vigneti e antichi palmenti.
Il vulcano, insieme all’abbraccio dei Monti Nebrodi e Peloritani, crea un palcoscenico perfetto, dove luce e pioggia danzano in equilibrio, regalando alle uve una maturazione lenta e preziosa.
I vigneti si fondono con la storia e la natura, seguendo il ritmo antico della terra. Sono vigne forgiate dal tempo, accarezzate dal vento e nutrite dalla cenere millenaria.